Sonja Boškovič                                                                                              17 ottobre 2014, 18:23
 

L'ordine di Malta ed il sogno mediterraneo degli Zar russi

L'ordine di Malta ed il sogno mediterraneo degli Zar russi

Accesso al mar Mediterraneo e lotta contro la Turchia – sin dai tempi di Pietro I questi furono i temi centrali dei rapporti tra la Russia e il Sovrano Ordine di Malta. Nel 1697-1698, su ordine di Pietro I, il nobile russo Boris Sheremetev, si recò a Malta “contro i comportamenti militari dei nemici della Santa Croce”. Così dice l’editto dello zar russo. Il coraggioso viaggiatore, che oggi conosciamo come conte Boris Sheremetev, fu il primo russo a diventare Cavaliere di Malta.

Anche Caterina II di Russia capiva l’importanza strategica dell’isola di Malta. Iniziò una trattativa segreta con l’allora Gran maestro dell’Ordine, principe de Rohan, per persuaderlo a schierarsi a fianco della Russia contro la Turchia. Difatti, de Rohan strinse un’alleanza segreta con l’imperatrice russa, ma Parigi si ribellò minacciando di privare l’Ordine di tutti i suoi beni in Francia.

Per i Cavalieri di Malta fu una seria prova. Con l’indebolimento della Turchia, l’Ordine non interessava più a nessuno. Persino i papi non si preoccupavano più del suo benessere. Per giunta, quando scoppiò la rivoluzione francese, le nuove autorità confiscarono “a favore del popolo” tutte le proprietà dell’Ordine.

Soltanto Paolo I di Russia restò solidale con i Cavalieri di Malta. Due mesi dopo la sua intronizzazione (1796) tra la Russia e il Sovrano Ordine di Malta venne firmato un accordo, in conformità al quale il Gran Priorato di Polonia entrava a far parte del Gran Priorato di Russia. L’ambasciatore dell’Ordine in Russia diventò il conte Giulio de Lida. Insieme alle sue credenziali l’ambasciatore consegnò allo zar una lettera in cui i Cavalieri di Malta ufficialmente chiedevano a Paolo I di essere il loro protettore. Paolo I accolse questa richiesta e dal 20 novembre 1797 prese il titolo di “Protettore dell’Ordine”. In parallelo con il priorato cattolico, Paolo I fondo il secondo Gran Priorato di Russia, che non fu però riconosciuto dal papa, perchè i nobili russi erano di fede ortodossa.

Il 27 ottobre 1798 il Consiglio dell’Ordine proclamò lo zar russo 70° Gran Maestro dell’Ordine. Sebbene Paolo non fosse cattolico, Pio VI in una lettera speciale benedisse la sua elezione:“Collaboreremo con qualunque potere per ridare all’Ordine il suo splendore di un tempo”. Paolo I donò all’Ordine uno dei palazzi di San Pietroburgo che da allora prese il nome di Palazzo dei Cavalieri di Malta. In questo palazzo furono custoditi i documenti e la cassa dell’Ordine. Qui si trovava anche una chiesa cattolica dedicata a San Giovanni Battista.

Il 9 marzo 1801 il nuovo papa Pio VII scrisse una lettera in cui si rifiutò di riconfermare a Paolo I il suo titolo di Gran Maestro. Lo zar non ne fu scoraggiato. De jure non era Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, ma lo dirigeva di fatto, come scrivono nel loro libro gli storici russi Zakharov e Chibisov (“Storia dell’Ordine di Malta”).

Ricordiamo che nel 1798 l’isola di Malta fu presa da Napoleone che cacciò via i Cavalieri. L’Ordine fu saccheggiato. Solo di libri furono portati via 972.840 esemplari. I Cavalieri trovarono rifugio in Russia.

Paolo I voleva a tutti i costi ridare all’Ordine l’isola di Malta. L’isola fu bloccata dalle navi russe, a fianco delle quali c’erano anche delle navi inglesi e napoletane. Tuttavia l’Inghilterra aspirava al dominio del Mediterraneo, pertanto il 25 agosto 1800 le truppe inglesi sbarcarono nell’isola.

Seguirono la rottura dei rapporti con la Russia e le sanzioni. Alle navi inglese fu vietato l’accesso ai porti russi. Fu introdotto l’embargo delle esportazioni verso l’Inghilterra dei materiali per la cosltruzione delle navi, i pagamenti dovuti ai commercianti di Londra furono congelati.

Nel 1801 Paolo I venne assassinato da un gruppo di congiurati, cinque giorni dopo il nuovo zar, Alessandro I, promulgò un manifesto con cui prendeva sotto la sua protezione l’Ordine di Malta, ma declinava il titolo di Gran Maestro. Alessandro continuò la politica mirante a trattenere Malta nell’orbita della Russia. Si adoperò per il ritiro delle truppe inglese e per la restituzione dell’isola all’Ordine. Chiese ufficialmente al papa di legalizzare gli atti di Paolo I emanati in qualità di Gran Maestro e continuava a insistere affinché il nuovo capo dell’Ordine venisse eletto a San Petroburgo. La cosa non fu gradita dalla Santa Sede,, come non fu gradito il fatto che la maggioranza dei membri del Gran Priorato di Russia erano ortodossi.

Il trattato di Amiens (1802) firmato tra Londra e Parigi prevedeva la restituzione di Malta all’Ordine e l’elezione del Gran Maestro nell’isola. Non potendo impedirlo, la Russia si rifiutò di riconoscere il trattato, tanto che il cancelliere russo Nikolay Rumyantsev dichiarò: “Malta non serve alla Russia”. Non serviva più neanche l’Ordine che finì la sua esistenza in Russia nel 1810. I Grandi Priorati di Russia furono annullati, mentre il 20 novembre 1817 un decreto speciale vietò ai cittadini russi di accettare o portare la Croce di Malta.

Il tentativo di prendere Malta sotto il proprio controllo, compiuto dalla Russia, aveva lo scopo di creare una propria base navale nel Mediterraneo. Quando Paolo I era Gran maestro dell'Ordine, questo scopo sembrava reale, ma in seguito la Russia non ha più avuto tale possibilità. Tuttavia grazie alle ambizioni strategiche dell’Impero Russo nel Mediterraneo, l’Ordine non fu liquidato e continuò la sua storia.

Per saperne di più: http://it.sputniknews.com/italian.ruvr.ru/2014_10_17/Il-sogno-di-Malta-degli-Imperatori-russi-4329/

 

Commenti:

  • antonimo 
    Articolo molto interessante che dimostra il fatto che sia Napoleone che la Monarchia inglese, seppure in fasi diverse, hanno avuto come obiettivo quello di impedire che i Cavalieri riprendessero possesso dell'Isola di Malta, in conflitto con la volontà della Chiesa di Roma. Grande è il merito dello zar Paolo I nell'avere accolto l'Ordine in uno dei momenti più difficili della sua storia millenaria e sarebbe il caso che a qualche studioso di Storia venisse data la possibilità di indagare per riuscire a scoprire chi furono i "mandanti" del suo assassinio. Non solo per capire la Storia di ieri, ma anche quella di oggi.
     
  • Alessandro 
    Ci sono alcune imprecisioni in questo articolo (probabilmente per la consultazione di testi schierati, in quanto nel 1810 fu confermata la protezione dello zar agli oltre 400 Cavalieri che migrarono da Malta a San Pietroburgo e NON fu fatta cessare la sua esistenza; poi era grande onorificenza la croce ed i gradi del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Malta, nel periodo imperiale dei Romanov, e cioè fino al 1917, sopratutto per i militari ed i nobili, non chiaramente per tutti), però determina 3 cose molto precise: 1) la benedizione del Papa (Pio VI) allo zar Paolo I quando questi diviene Gran Maestro del Sovrano Ordine; 2) L'Ordine di San Giovanni continuò la propria vita e la propria Sovranità (data dal Papa Pasquale II il 15 febbraio 1113) in terra Russa e numerosissimi testi ne determinano la eredità, e quindi la continuità di questa vena storica, fino ai nostri giorni; 3) Lo zar Alessandro I, unico legittimo pretendente della eventuale eredità del Gran Magistrero del padre secondo il diritto nobiliare dell'epoca e del luogo, avrebbe potuto ottenere la elezione del Gran Maestro, però optò, con una strategia concordata con Roma, per una soluzione diplomatica ... purtroppo non andato a buon fine!